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martedì 14 luglio 2015

Il mio più grande errore: Il Master!

Certe volte penso che fortunati si nasce e o non mi sento affatto di esserlo. Se mi guardo intorno e cerco di essere più obiettiva possibile mi rendo conto che la gente ha davvero tanti problemi di salute e tanta disperazione... S e prevale il lato umano ed egoistico di me allora guardandomi intorno vedo solo le persone che stanno meglio di me, quelle persone che mi sono passate avanti e che continuano a passarmi avanti, che hanno deciso per me e hanno scelto per me gettandomi nella più totale disperazione.
Lavoro da quando avevo 12 anni, per me non c'è stata estate al mare da allora, ho dovuto lavorare tutti i  mesi estivi di tutti gli anni che si sono succeduti da quando avevo quell'età.
Ho iniziato lavoravo in un negozio, naturalmente in nero, legavo i veli che contengono i confetti delle bomboniere, non era divertente, ma lo facevo con passione. Nessuno mi ha insegnato a fare niente, ho imparato tutto da sola per semplice spirito di sopravvivenza! Oggi posso dire di saper fare davvere di tutto, ho fatto mille lavori e li ho portati tutti a termine con massimo impegno e massima serietà, ma naturalmente non è bastato. Ho lavorato e studiato mentre la gente che ora occupa i posti di lavoro che probabilmente avrebbero dovuti essere miei se ne stava a mare a prendere la tintarella, penso a quei loro culi tonici frutti di ore di palestra mentre io lavoravo e non potevo permettermi di frequentare una palestra ( ancora oggi non posso permettermelo!)
Ma torniamo al master e a una dellle persone che più odio al mondo, la persona a cui auguro dal più profondo del mio cuore di "bollire al più presto in fondo all'inferno magari a testa in giù con la faccia in un pentolone di merda escandescente!"
Come mi piacerebbe fare il nome di quel mostro, ma non posso, non posso farlo perchè non ho i soldi per pagare un avvocato nel caso in cui la vacca mi querelasse, ma posso raccontarvi la storia... Avevo frequentato il master, avevo studiato e lavorato, avevo subito le angherie di colleghi e dirigenti, di datori di lavoro razzisti e di gente comune che non aveva alcun problema a vomitarmi in faccia tutto il loro disprezzo,avevo portato soldi in un posto dove spero di non dover mai più andare in vita mia, avevo investito tutti i miei soldi per una speranza che mi hanno negato, che lei mi ha negato, senza motivo o meglio il motivo c'era,  lo scoprirete più tardi...
Ero laureata, preparata e avevo frequentato il loro master, per cui non penso ci fosse qualcuno che avesse requisiti migliori dei miei per ottenere un posto di lavoro, ma lei, lei mi volle spremere come un limone fino alla fine, fino a quando resta sola la buccia esanime, questo voleva fare... Accettai dall'Istituto di credito patner del corso di studio uno stage in una città del centro Italia e non nascondo che ero felice di lasciare quella gente ostile per un mondo nuovo, un mondo civile!
Fui asseganata a una filiale della banca che stava subendo un trasferimento di sede, veniva spostata in uno stabile più piccolo e lavoro da fare ce ne era tanto...
Lo stage era non retribuito e non erano previsti neppure i cosiddetti "buoni pasto" quindi andavo ad affrontare un nuovo trasferimento e nuove spese per vivere... avrei lavorato 8 ore minimo in fiale per cui non avrei avuto il tempo materiale per cercarmi un'altra occupazione per finanziare la nuova esperienza formativa, ma giurai che potevo farcela, bastava solo stringere ulteriormente la cinghia.
Inizia a lavorare in un posto che era completamente diverso da quello cn cui ero entrata in contatto fino a quel momento. I miei superiori erano gente per bene, persone semplici e gentili. Il direttore di filiale mi pregò di dargli del tu e di chiamarlo per nome, io feci altrettanto. Tutti gli impiegati della banca erano estremamente gentili con me e sebbene io fossi affidata ai gestori privati ognuno di loro cecrava di insegnarmi qualcosa del loro lavoro... Mi trattenni diverse volte oltre l'orario di lavoro per aiutare e per apprendere il più possibile. Dopo tre mesi di duro lavoro mi sentivo soddisfatta, avevo appreso tanto e avevo avuto al mio fianco persone che avevano saputo gratificare il mio lavoro.
Ricordo tutto come se fosse ora, era l'ultimo giorno di lavoro, il direttore mi chiamò nel suo ufficio, tutti i dipensenti avevano comprato per me un regalo affinchè io non mi dimenticassi di loro e mai li avrei potuti dimenticare... avevo portato dei dolci e la macchina fotografica, avevo le lacrime agli occhi ero triste e mi dispiaceva tanto non fare più parte di un sano gruppo di lavoro.
Il direttore mi diede una busta, mi aveva fatto delle eccellenti referenze, poi disse "Io ci provo" e rivolgendosi ai colleghi " Abbassate un po' la voce che faccio una telefonata importante".
Non me l'aspettavo ma stava mettendo la sua faccia davanti a un superiore, era pronto a garantire per me ed era sicuro che fossi una valida dipendente, nei tre mesi di stage ne aveva avuto una grande prova.
Compose il numero della direttrice del personale dell'istituto di credito, scambiarono qualche chiacchiara e terminati i convenevoli gli parlò di me e le disse "Dottoressa, come Lei sa', ho avuto modo di avere in filiale una stagista e posso dirLe con estrema sincerità che si tratta di un valido elemento di cui avrei bisogno anche nei mesi avvenire, almeno fino a quando non avremo terminato tutto il trasferimento della filiale".
Non lo lasciò neppure finire, era in vivavoce, così sentii la sua fredda risposta "Direttore, lei è a capo di una filiale. Le ricordo che accogliendo questa stagista ha fatto il suo lavoro, ora mi faccia fare il mio!"
Con queste parole riattaccò.
Il direttore era mortificato, poi finse un sorriso e disse " Ci abbiamo provato, speriamo bene!"
Non mi assunsero e non prolungarono neppure il mio stage non retribuito.
Da quella stessa gente per bene con cui ho lavorato e che torno a trovare tutte le volte che vado in quella bellissima città seppi che al mio posto mandarono dal Nord, dalla sede centrale dell'istituto di credito il figlio di uno dei dirigenti, andò a sostituirmi che non era neppure diplomato, a lui venne retribuito il lavoro e usufruì persino dei Tickets restaurant...
Quella stramaledetta donna ha rovinato la mia vita, non saprò mai come sarebbestata la mia vita se solo avessi avuto il posto di lavoro che mi ha tolto per darlo a qualcuno che non solo non ne aveva bisogno ma non aveva nessuna qualifica per ricoprirlo.
Auguro a quella donna tutto il male che lei ha fatto a me e spero che un giorno possa capire che non è corretto giocare con la vita delle persone...

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